Home Cultura Recensione: Noi, i ragazzi dello Zoo di Berlino di Christiane F.

Recensione: Noi, i ragazzi dello Zoo di Berlino di Christiane F.

Recensione: Noi, i ragazzi dello Zoo di Berlino di Christiane F.

Casa Editrice: Rizzoli Editore

Dalle trascrizioni di Kai Hermann e Horst Rieck  dei colloqui-intervista registrati da una ragazzina di quindici anni, (entrata nel mondo della droga a soli dodici),  nasce questo libro:  un documento verità sul mondo della tossicodipendenza.  Le possibili cause, come ci si arriva, come si vive, a quale degrado umano conduce, quanto si soffre; la ripercussione sugli altri e, troppo spesso, come si muore. Nessuna retorica, nessuna riluttanza. Tutto viene meticolosamente raccontato da Christiane F.

* Il degrado sociale, i divorzi che dividono le famiglie, la scarsa attenzione verso i ragazzi e le loro necessità,   nonché la mancanza di spazi tutti per loro.

* Il desiderio delle madri di non ripetere gli errori dell’educazione troppo severa e repressiva  a loro tempo ricevuta.

* La necessità di lasciar vivere secondo i tempi che, esasperata, può portare a un  permissivismo diseducativo e  a un vuoto di valori.

* La paura continua di dover rendere conto ai genitori, ai successivi compagni dei genitori, alla scuola, agli insegnanti, ai portieri, ai vigili e ai controllori dei mezzi pubblici.

* Le lunghe assenze  dei genitori,  costretti a stressanti orari di lavoro per far fronte ai dettami della società consumistica.

Sono queste,  tutte concause che,   sommate ad una serie di occasioni e coincidenze, inducono i ragazzini  alla solitudine  prima e  poi  alla ricerca del “branco” dove sentirsi accettati, inseriti e protetti.

Il mostro della tentazione, che tutti vorrebbero si presentasse col volto più ributtante, veste, invece, i panni di ragazzi normalissimi, anche beneducati, che non costringono all’assunzione di sostanze tossiche,   ma che cercano persino di dissuadere i neofiti.

Il desiderio di appartenere a un gruppo, d’identificarsi sempre più nello stesso, è la calamita che attira all’esperienza fino a venire risucchiati da quel vortice che,   in un primo momento,  sembra regalare sensazioni di bellissima evasione dalla realtà, ma che ben presto porta al degrado più infimo, fino all’annichilimento  totale .

La droga induce alla dipendenza, quindi alla necessità impellente di reperire il denaro,  tantissimo, per potersela procurare. Un canale di sicuro approvvigionamento  è la prostituzione, che, repellente in un primo tempo, finisce col divenire normalità.

Una volta varcata la soglia della dipendenza, la disintossicazione, agognata e  sempre creduta a portata di mano, sarà dolorosa e difficilissima. Non impossibile.  E’ dimostrata la possibilità di rendersi puliti, così come, purtroppo, è descritto l’immediato cammino a ritroso verso la “roba”. Gli eroinomani fanno gruppo a sé, staccandosi dal resto del mondo, per cui l’immane sofferenza della disintossicazione,  verrà subito vanificata dal  ritorno fra gli unici amici,  diretta  scorciatoia fra tentazione e ricaduta.

La paura della morte, la consapevolezza che quello è il traguardo ove porta l’assunzione di sostanze stupefacenti, non sarà un deterrente, perché resta sempre viva in tutti i tossicodipendenti la convinzione di poter uscire dal giro in qualsiasi momento lo  decidano,  Ma non è così.

Christiane ha vissuto tutto questo e ne parla, dando una spiegazione dettagliata, cruda, del percorso di tossicodipendente.  Così come parla dei suoi sogni, dei suoi desideri di poter tornare una ragazzina  tranquilla, dalla vita normale.

Dopo tante vicissitudini, tanti tentativi di disintossicazione, tante ricadute, tanti ricoveri per terapie, Christiane, in un momento di sconforto riconosce la capacità di prevenzione e dissuasione nel metodo educativo   della madre di Kessi, la  compagna delle prime trasgressioni. Due sonori ceffoni ricevette Kessi, subito, al momento giusto e, molto probabilmente, quella fu la cura più efficace per scongiurare l’autodistruzione.

Noi, i Ragazzi dello Zoo di Berlino: questo documento conta 255 pagine.  Alcune interessanti interviste-testomonianza della madre e di  altri personaggi sono state  inserite ad intervallare il lungo racconto di Christiane.

Una volta letto questo libro, al  riguardo della droga,  nessuno potrà più dire: ” Non sapevo, non ne ero informato”.  Genitori ed educatori si convinceranno che è remoto  il tempo di abbassare la guardia.

di Dania

Immagine di Jose Antonio Alba da Pixabay

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