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“Quando dietro ai blocchi di maggioranza e minoranza sparisce “il bene comune”,….

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“Quando dietro ai blocchi di maggioranza e minoranza sparisce “il bene comune”,….

Il 15 maggio scorso, ricorrenza del primo anno di mandato, l’amministrazione comunale guidata dalla sindaca De Bartolomeo ha festeggiato il compleanno con una ennesima polemica con i consiglieri di minoranza.

Basta andare a riascoltare le sedute consiliari dell’ultimo anno per rendersi conto che il dibattito consiliare è andato quasi sempre oltre i normali blocchi tra maggioranza e opposizione. L’astio e il rancore politico tra le due componenti sono palpabili.

Il consiglio comunale, massimo organo di democrazia di un paese, non è stato mai luogo facile di dibattito e di confronto. Ma quando dietro ai blocchi di maggioranza e minoranza sparisce “il bene comune”, finalità per cui tutti i consiglieri ricoprono un ruolo di rappresentante eletto, la situazione si fa preoccupante.

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Ne è un esempio l’ultima polemica a cui abbiamo assistito:

  • secondo una lettera dei cinque consiglieri di opposizione, del 15 maggio, “L’INCOMPETENZA DELLA MAGGIORANZA GUIDATA DALLA DE BARTOLOMEO RISCHIA DI PORTARCI AL COMMISSARIAMENTO”. Segue la pubblicazione di una nota della Prefettura di Lecce;
  • la risposta immediata della Sindaca (lo stesso 15 maggio) assicura che «IL CONSIGLIO COMUNALE DI VEGLIE NON SARÀ COMMISSARIATO»; sostiene che la nota della Prefettura “rientra nel comune scambio di indicazioni e informazioni”; che il rendiconto del 2023 è stato approvato due volte dalla sua Giunta (11 aprile e 3 maggio) perché è intervenuto il revisore dei conti per delle integrazioni; infine, con l’elenco dello storico (dal 2015) delle approvazioni del rendiconto, per “onestà intellettuale”, lancia l’accusa alla opposizione di diffondere “notizie fuorvianti circa l’operato della nostra amministrazione in maniera corsara e strumentale”.
  • Il giorno dopo (16 maggio) arriva, immancabile, la controrisposta dell’opposizione, ancora piccata e stizzita.

Questa la polemica documentata.

Il tempo di un battito d’ali e il chiasso si è ridotto a vuoto, il fuoco di paglia si è spento e le paventate nuvole nere intraviste sono servite solo a far aumentare le coscienze addormentate di pochi curiosi.

Certo è bene che il paese sappia che il Consuntivo del 2023 doveva essere approvato dal Consiglio Comunale entro il 30 aprile del 2024 e, ad oggi, non è stato ancora approvato. È bene che sappia che non c’è alcun rischio di scioglimento del Consiglio Comunale. Ma se la polemica finisce con queste due informazioni, a che cosa è servita? A che serve aprire una polemica se né maggioranza e né opposizione rispondono ai seguenti interrogativi molto più seri:

  • è normale che la Giunta sia costretta ad approvare due volte (11 aprile e 3 maggio) il consuntivo 2023 prima che sia trasmesso per l’approvazione al Consiglio Comunale?
  • Perché è dovuto intervenire il Revisore dei conti per fare delle integrazioni al Consuntivo già approvato dalla Giunta? E quali sono le integrazioni?
  • Ci sono in questa vicenda responsabilità dei funzionari comunali?
  • La giunta e l’assessore al bilancio l’11 aprile hanno letto e studiato le carte prima di approvare il consuntivo?

Interrogativi importanti ma passano in secondo piano se si esaminano i contenuti del consuntivo approvato dalla Giunta il 3 maggio. Non credevo ai miei occhi a leggere che il Comune di Veglie, al 31.12.2023, aveva un totale parte disponibile destinata agli investimenti di quasi 5 milioni di euro (€ 4.912.990,55). E c’è da rimanere con gli occhi sbarrati a leggere che gli oneri versati dai vegliesi, nel 2023, per i Permessi a costruire sono stati di euro 557.208,75. Cifra da record e da fare invidia! Scommetto che su questo il dibattito consiliare avrà questo tenore:

-l’ex sindaco e la minoranza si vanteranno di aver lasciato tanto denaro che non hanno potuto spendere per la sfiducia del 2022. Ma se Paladini è stato mandato a casa prematuramente può scaricarsi di responsabilità?

– la maggioranza sosterrà che la sua gestione del bilancio consuntivo del 2023 è da imputare per soli sette mesi.

Se così andrà il dibattito (non profetizzo nulla, basta leggersi i verbali delle sedute consiliari!) chi sparisce è il paese, con le sue impellenti esigenze.

Cosa vuoi che interessi sapere al cittadino chi ha ragione tra maggioranza e opposizione, se con tanto ossigeno finanziario potevano essere fatti tanti investimenti essenziali e non sono stati fatti?

Come si può nascondere che, per fare qualche esempio, la zona Pip è ancora senza pubblica illuminazione; che solo dopo la protesta dei genitori nei bagni delle scuole sono stati istallati rubinetti … da far piangere…?

Che dire poi di investimenti che si accavallano, senza programmazione e con spreco di denaro? Anche qui un solo esempio: su via Salice, prima si rifà il tappetino di bitume e dopo poco tempo si rompe di nuovo l’asfalto per posizionare sottoservizi.

Il cittadino in questo caso non va alla ricerca di sapere se il primo investimento è stato fatto dalla vecchia amministrazione e il secondo dalla nuova. La sua conclusione è: “sono tutti uguali”. Con un vero disastro di mentalità politica e non solo amministrativa. E poi ci si lamenta dell’astensionismo elettorale.

Per me, allora, passano anche in secondo piano le poche considerazioni sui contenuti del Bilancio Consuntivo 2023 se penso alla situazione del paese:

  • un paese sospeso: Veglie non è più un paese contadino ma non ha ancora una nuova economia che dia identità e che lo spinga nel suo domani da costruire;
  • un paese frammentato: mi piacerebbe censire le esperienze significative, innovative, coraggiose in tanti settori della vita pubblica, che pure non mancano, ma queste da sole non bastano per fare “paese”. Veglie non è ancora pronto a fare squadra;
  • un paese sonnolento: addormentato dal benessere individuale e chiuso nella bolla di una cultura che ha paura del rischio. Vegliesi, basta con la delega e, “ci vediamo tra cinque anni”!

Ma poi alzo lo sguardo oltre questa analisi (certamente parziale) di un popolo, a cui voglio bene, e mi chiedo: tra chi aspira o è preposto a guidare Veglie, c’è qualcuno che pensa, c’è un cuore pulsante che abbia una visione, un progetto, un’idea di paese? Non so rispondere.

So con certezza, però, che una visione, un progetto, un’idea di paese non si improvvisano la notte prima della presentazione delle liste.

Antonio Greco