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Recensione: Il sentiero dei nidi di ragno di Italo Calvino

Recensione: Il sentiero dei nidi di ragno di Italo Calvino

Casa editrice: Arnoldo Mondadori

Questo libro, il primo in assoluto fra le molteplici opere letterarie di Italo Calvino, fu pubblicato nel 1947. La seconda edizione, datata 1964, fu arricchita di una lunga presentazione, di pugno dello stesso autore, che è riprodotta integralmente (conta una ventina di pagine) anche in questa edizione del 1993. Accingendoci alla lettura, tralasciamola questa presentazione, passiamo oltre, per porci come pagine bianche di fronte al romanzo, come se ci sedessimo accanto a Calvino per ascoltare attentamente il suo fluente discorrere. Sarà alla fine del racconto che formuleremo, con cognizione di causa, i nostri dubbi, i nostri interrogativi, che potranno anche risultare petulanti ma che, sicuramente, saranno indice di una nostra personale ricerca. Ritorneremo allora indietro, scorreremo con interesse la lunga presentazione, dove potremo trovare tutte le risposte, tutte le spiegazioni, come se l’autore fosse rimasto lì, in attesa di essere da noi nuovamente interpellato.

Testimone del tempo, Italo Calvino in questa sua opera racconta della Resistenza, della guerra Partigiana, affidando a Kim – studente Commissario – un intero capitolo per l’analisi politico-intellettuale dei distaccamenti e degli uomini arruolatisi in nome di ideali quali Patria, Libertà, Comunismo.

Ma nel resto del racconto darà importanza e corpo a tutte quelle categorie di persone che alla Resistenza hanno partecipato, non perché coscienti delle  grandi ideologie, di cui conoscono a malapena i nomi, fors’anche storpiati, ma perché “tutti abbiamo una ferita da riscattare, per la quale combattiamo”, e questa volta lo farà attraverso Pin, il ragazzino orfano, garzone ciabattino, al quale le vicissitudini del vivere quotidiano  hanno rubato l’infanzia.

Il sentiero dei nidi del ragno altro non è che il luogo, suggestivo ma reale, che solo Pin conosce, con il quale riesce a costruirsi un trattino d’unione tra la condizione di bambino, che dovrebbe appartenergli, e l’ambiguo mondo degli adulti, al quale, pur non comprendendolo,   è costretto ad adattarsi.

Nel corso della lettura scopriremo, con interesse, che alcune problematiche sociali, la parzialità della giustizia, per esempio, o le carenze delle norme del codice penale, sulle quali l’autore ha voluto soffermarsi per richiamare la nostra attenzione, restano eternamente attuali.

di Dania

Immagine di Free-Photos da Pixabay

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