alcune foto di ieri e di oggi del “campo degli indecomposti” del cimitero di Veglie
“Per godere delle bellezza, bisogna prendersi cura di ciò che è bello”.
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Due pensieri si sono incrociati oggi in me: il nostro rapporto con i cari defunti e il rapporto che avevano gli antichi romani con i loro defunti.
Ho rispolverato il vecchio ricordo del “Pio Enea” che, fuggendo dalla sua città di Troia in fiamme, si porta sulle spalle il vecchio padre Anchise, il piccolo Ascanio , la moglie Creusa e qualcosa che da studente ritenevo meno importante, i “Sacri Penati” , questi erano gli Spiriti dei loro antenati che proteggevano la casa e i suoi abitanti, erano degli Dei minori ed erano onorati nella propria casa in un culto esclusivamente privato.
Chi di noi, oggi, dovendo lasciare la propria casa in fretta non pensa a mettere in salvo padre, moglie, figli e portare con sé le foto dei propri defunti e qualche immagine di qualche santo?
Il nostro comportamento mi sembra simile a quello avuto da Enea, vissuto 3200anni fa circa, durante la fuga da Troia in fiamme.
Per motivi di lavoro, entrando nella casa di tante famiglie, anche quelle più giovani, era una costante vedere le foto dei propri cari defunti messe in bella evidenza con tanti piccoli segni della cura continua dedicata a loro. La stessa cura, la stessa attenzione versi i defunti ho potuto notare durante le mie visite al cimitero.
Tutto ciò mi suggerisce che tutti questi segni della nostra attenzione verso i defunti ci porta ad aver strutturato un vero Culto dei defunti considerati, anche da noi contemporanei, “Protettori nostri e della nostra Casa”.
Ora vorrei allacciarmi al concetto di “PIETAS” cioè quella virtù e anche divinità romana che ti impone a prenderti cura degli altri rispettandoli. Prendersi cura e rispetto questo era un dovere versi i propri familiari e i propri defunti.
Tutti quelli che abbiamo un ruolo nella vita pubblica dovremmo sentire la forza della “Pietas” quella “sacra virtù” che ci spinge a prenderci cura del bene comune (amministratori) dei propri pazienti (medici) dei propri assistiti (avvocati) dei propri alunni (insegnanti) e così via; prendersi cura vuol dire anche portare rispetto agli altri a partire dalla cerchia dei familiari e dei valori che le appartengono.
A proposito del valore del “culto dei defunti” vorrei far notare alla nostra Amministrazione comunale la distrazione che ha colto qualcuno in questo periodo di feste e baldorie estive, necessarie anche queste.
Ho inserito, a malincuore, solo tre foto del campo degli indecomposti del cimitero di Veglie. Ho sfuocato le foto e le ho ritagliate proprio per quella Pietas che mi appartiene ed è ancora questa Pietas che mi spinge ad invitare l’amministratore preposto ad intervenire, almeno in un prossimo futuro, per dare una soluzione, più dignitosa e rispettosa della nostra Pietas, a quell’angolo del cimitero comunale dove risiedono le nostre memorie e i nostri Sacri Protettori: l’angolo del “campo degli indecomposti”.