Home Politica «MO BASTA!» Riflessioni di Antonio Greco sul Consiglio Comunale di Veglie del 26 febbraio

«MO BASTA!» Riflessioni di Antonio Greco sul Consiglio Comunale di Veglie del 26 febbraio

0
«MO BASTA!» Riflessioni di Antonio Greco sul Consiglio Comunale di Veglie del 26 febbraio

Spero che ciò che è accaduto nel Consiglio Comunale di ieri possa servire a coloro che pensano di amministrare Veglie per i prossimi 5 anni.

Ieri mattina il Consiglio è durato 10 minuti e la seduta è stata sciolta per mancanza del numero legale. Erano presenti 9 consiglieri, compreso il sindaco, di cui 7 di maggioranza e 2 di minoranza. Il primo punto all’odg recitava: “PRESA D’ATTO IMPOSSIBILITÀ SURROGA PER COMPLETO SCORRIMENTO LISTA DI APPARTENENZA. DETERMINAZIONE QUORUM CIVICO CONSESSO”.

Spiego che cosa significa. Il 13 gennaio si è dimessa una ex consigliera della maggioranza. E doveva essere sostituita con un altro consigliere non eletto della stessa lista del sindaco Paladini. Tutti e 5 i consiglieri non eletti nel 2015 in quella lista hanno rinunciato. Esaurita la lista di appartenenza, occorre rideterminare quale è il numero dei consiglieri che fanno parte del consiglio, per poter stabilire con quale numero di consiglieri è valida una seduta. Nel nostro caso è un fatto formale perché per una sola dimissione e per una sola mancata surroga, non cambia nulla: il Consiglio non è composto da 17 consiglieri ma da 16, compreso il sindaco. Il “quorum” (numero di consiglieri) perché una seduta sia valida non cambia: è 9 (16:2=8+1) come prima. Attualmente, però, i 16 consiglieri sono 9 della minoranza e 7 della maggioranza, compreso il sindaco.

La prima delibera all’ordine del giorno è stata approvata dai 9 consiglieri presenti, di cui due della minoranza. Quando questi due, subito dopo il voto, sono usciti dall’aula, il Consiglio è stato sciolto per mancanza del numero legale. Si sapeva della situazione politica e si sapeva che Paladini non aveva più la maggioranza ma nonostante questo è stato convocato lo stesso il consiglio comunale. La approvazione della delibera è il segno che comunque Paladini intende amministrare per questi altri tre mesi? Se è questa la lettura sarebbe una iattura per il rispetto e l’integrità della istituzione comunale.

Spiego perché.

  • A) Mai era successo che il quorum del consiglio fosse ridotto per impossibilità di scorrimento della lista di appartenenza. Nemmeno nella drammatica situazione del maggio 2009. Allora una amministrazione disarcionata da una serie di “incidenti di illegittimità” e da grave e pesante malessere interno alla maggioranza nei confronti del sindaco dell’epoca (vi erano anche interventi e indagini in corso della magistratura) surrogò ben 11 consiglieri. Solo il compianto e stimato Uccio De Lucia, un democratico cristiano (uno dei pochi) che ha vissuto la politica con spirito di servizio e grande disciplina, scelse con dignità di dire no al subentro, resistendo a pressioni e lusinghe.Non conosco i motivi, tutti rispettabili, delle rinunce attuali dei cinque. Ma è un dato che fa notizia e che non può essere sottovalutato.
  • B) Era apparso dopo qualche mese dalle amministrative del 2015, ma ora è un fatto conclamato, che la lista Paladini era una lista raccogliticcia. Dopo nemmeno un anno, nell’aprile del 2016, tre consiglieri abbandonano Paladini e passano in minoranza. A gennaio u.s. vicesindaco e assessore al bilancio si dimettono. Ora altri 5 non eletti della stessa lista, di fatto, si dissociano. Su 16 candidati ben 10 hanno preso le distanze dal sindaco vincente. Come giudicate voi una lista simile?
  • C) Ora il Consiglio comunale non si può più riunire perché, come ieri, non ha i numeri per essere convocato. L’utilizzo della seconda convocazione sarebbe un accanimento terapeutico. La determinazione dei nove della minoranza sembra non lasciare spazio a esiti positivi. E siccome la convocazione di un consiglio comunale costa, un accanimento amministrativo non si giustifica in alcun modo.

Una cittadina ha scritto un breve commento al consiglio comunale di ieri: “quando si parla di cose serie?”. Ha ragione. Non è serio avere anestetizzato il paese per 5 anni. Non è serio continuare ad anestetizzarlo per questi altri tre mesi.

Il dottor Paladini, che è il principale artefice di questo capolavoro politico, nel 2015 ha messo insieme 16 persone, ma senza collante e senza cemento. Se il suo scopo era quello di essere iscritto nell’albo storico dei sindaci (è facile intuire con quale giudizio popolare), lo scopo l’ha raggiunto.

Al capezzale della amministrazione di questo paese si sono avvicendati 6 medici-sindaco, dall’ultimo di nomina prefettizia, dott. Franco Dell’Anna, all’ultimo dell’era repubblicana, dott. Paladini. E come si evince dalla bella ricerca di Antonio De Benedittis, anche i medici consiglieri sono stati tanti. Queste presenze, insieme a quelle dei sindaci-non medici, vanno studiate e vagliate, anche per capire quanto hanno giovato alla salute politica del paese. Il criterio di valutazione è quello dettato dalla Costituzione per chi ricopre cariche pubbliche: “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore” (art. 54). Ma per ora non pensiamo al passato.

Sindaco Paladini e consiglieri che lo sostenete, io per ora, alla luce di quanto è accaduto ieri in consiglio comunale, in voi non vedo né l’una né l’altro. Il mio giudizio è poco importante. Ma che esempio date a chi si appresta a sostituirvi? Tranne che non vi venga in mente di ripresentarvi. In questo caso non sarà più solo un problema vostro, ma degli elettori vegliesi.

27 febbraio 2020

Antonio Greco

Immagine di Antonios Ntoumas da Pixabay

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here