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Gioielli Vegliesi (parte 2): le chiese e i culti

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Gioielli Vegliesi (parte 2): le chiese e i culti

Chiesa Matrice di San Giovanni Battista e Santa Irene

La Chiesa Madre, dedicata a San Giovanni Battista e Santa Irene, fu fondata intorno alla metà del secolo XV: di quest’epoca è il prezioso portale laterale nord e le diverse monofore poste lungo il corpo di fabbrica, chiuse poi nel ‘700. Il portale principale del 1565, è attribuibile alla scuola di Gabriele Riccardi, ed è sormontato da una lunetta in cui sono raffigurati a mezzo busto la Vergine col Bambino, tra i santi Pietro e Paolo, ai lati vi sono due medaglioni con i volti dei profeta Isaia e Abacuc, al centro della decorazione il velo della Veronica attorniato da putti recanti simboli della Passione; brani tratti dalla Sacra Scrittura sono incisi lungo le cornici del complesso scultoreo. Un timpano triangolare ed un ampio rosone cinquecentesco chiudono la facciata. Interessante, a proposito del portale principale, la ricerca del vegliese Flavio Vetrano “Il portale della Chiesa Matrice di Veglie“. L’interno, a croce latina e ad unica navata, si presenta alquanto rimaneggiato nello stile originario, con interventi baroccheggianti e soprattutto contemporanei. Interessanti sono due dipinti murali del sec. XVI: Sant’Antonio da Padova e Sant’Antonio abate, recentemente restaurati. Particolare importanza riveste l’altare del SS. Sacramento, nel transetto di sinistra, in barocco leccese. Fu collocato in questa chiesa nella seconda metà del 1800, proveniente probabilmente da una chiesa salentina. Escludendo la cimasa, tutto il rimanente corpo scultoreo dell’altare può essere attribuito a Giuseppe Zimbalo o alla sua scuola. Troneggia un bellissimo Crocefisso del ‘400, in legno, con l’Addolorata e san Giovanni Evangelista in pietra policroma. Di buona fattura pittorica sono alcune tele: l’Immacolata, opera di Didaco Bianco del 1762; la Natività di Maria e l’Annunciazione, entrambe attribuibili ad Oronzo Tiso; un Inferno, Purgatorio e Paradiso di Autore ignoto del sec. XVII. Di rilievo è la statua del protettore san Giovanni Battista bambino, opera scultorea in legno di scuola napoletana del sec. XVIII.

Chiesa Santa Maria delle Grazie

La Chiesa di Santa Maria delle Grazie o “della Linea“, fu costruita sopra le rovine di un’antica chiesa dedicata al crocefisso, intorno al 1602. L’attuale struttura architettonica ed il mosaico pavimentale sono della fine del XIX secolo. Alla sommità della facciata è situata un’interessante statua settecentesca in pietra leccese raffiguante il Battista recante la scritta, in latino “Posuerunt me custodem” (mi posero come custode).

Chiesa Parrocchiale B.V. del Rosario e San Rocco

S’ignora la data precisa della fondazione di questa chiesa; però sull’Altare Maggiore degli inizi si legge A.D. 1631.
Aveva tre altari: il Maggiore dedicato alla SS.Vergine del Rosario, circondato da quindici rilievi esprimenti i quindici misteri, sormontato da una statua di San Rocco (che ora si trova sulla facciata della chiesa); il secondo a Santa Teresa, il terzo a San Giuseppe Patriarca. Verosimilmente risale a qualche anno prima del 1631. La chiesa però ha subito diverse modifiche e ampliamenti; il primo in epoca non precisata, si cambiò la volta, che poggia su ampi pilastri costruiti certamente dopo la chiesa. Il primo ampliamento sicuramente prima del 1908, un secondo ampliamento è avvenuto nel 1928 e nel 1941 i due altari laterali (di san Giuseppe e santa Teresa) in pietra leccese, vennero sostituiti con altari in marmo. Un terzo ampliamento si è avuto nel 1954, con il prolungamento della navata laterale, i due altari laterali furono spostati e con la riforma liturgica nel 1964 furono demoliti del tutto. Nel 1965 l’Altare Maggiore fu addossato al fondo del Presbiterio per la conservazione del SS. Sacramento. Di notevole fattura la statua della Madonna del Rosario, opera in cartapesta antica di oltre un secolo, da notare la tela della Beata Vergine del Rosario con Gesù Bambino e i Santi Biagio, Domenico, Giovanni Battista e Rocco del sec. XVI-XVII di autore ignoto dove ci sono angioletti che porgono corone del Rosario. Questa importante tela è stata restaurata nel 2002. La tela che sovrastava l’altare di san Giuseppe raffigurava la morte del Santo con la Vergine da un lato e Gesù dall’altro; la tela di santa Teresa, anche questa situata sull’altare a lei dedicato, del sec. XVIII, raffigurava la santa incoronata da Gesù e da Maria. La Schiovazione, grande dipinto su tela, rappresenta la deposizione dalla croce del Cristo, che si trovava nella chiesa della Madonna dei Greci e dopo il restauro su indicazione della sovrintendenza, si è sistemata nella chiesa parrocchiale.

Chiesa San Francesco da Paola

La struttura è la prima di una serie di cappelle che collegavano il paese al convento dei Francescani rappresentanti di 14 stazioni della Via Crucis. All’interno si può notare, nel transetto di sinistra, l’affresco che raffigura San Francesco di Paola.

Chiesa Madonna dei Greci (della pietà)

Anche se le credenze popolari collegano la costruzione di questa chiesa alla popolazione greca immigrata in queste terre nel sec. X, alcuni documenti deducono che la chiesa della Madonna dei Greci costruita tra 1640-1646 è legata alla famiglia Greco, proprietaria della masseria delli Greci, oggi Panareo, dove la chiesa era collocata, e ancor prima della chiesa fu edificata un’edicola (che ora si trova nel giardino della chiesa) la quale posizione e gli elementi d’arredo presenti fanno supporre che servisse da riparo ai viandanti in quanto collocata sulla vecchia via per il mare. All’interno della chiesa si estendono su tre pareti grandi pitture murali a tempera, risalenti allo stesso periodo che raffigurano la Passione di Cristo. Ogni scena, fatta eccezione per “Gesù deposto dalla Croce”, sita sull’altare, è inserita in un arco decorato con motivi floreali. Maggiori notizie sulla chiesa.

Chiesa dell’Iconella (Santa Maria di Costantinopoli)

Grazie ad alcuni documenti dell’archivio parrocchiale, possiamo collocare la costruzione della Chiesa dell’Iconella o Santa Maria di Costantinopoli intorno al 1667. Fu edificata come opera di devozione, per questo è di modeste dimensioni, presenta una forma ottagonale e fu dedicata in un primo momento alla Beata Vergine di Costantinopoli, ma prese il nome di Madonna dell’Iconella a causa dell’icona raffigurante la Beata Vergine affrescata sull’altare. Attorno a questa cappella, per la ricorrenza della Natività della Beata Vergine, si svolge una festa molto sentita, la cui particolarità è la presa della cuccagna, con essa dal 1806 si svolge la fiera governativa concessa da Giuseppe Bonaparte, la più antica di Veglie.

San Giovanni Battista

Protettore di Veglie è San Giovanni Battista, al quale fino a qualche anno fa venivano dedicate due feste: una religiosa il 24 giugno ed una civile nella seconda domenica di Agosto (la famiglie vegliesi emigrate nel nord-italia tornavano nel paese ad Agosto), inglobata negli ultimi anni a quella del 24 giugno. Quasi spariti i ricordi di Sant’Irene, compatrona, e San Filippo Neri, entrambi titolari della chiesa parrocchiale. Il culto per San Giovanni Battista si perde nel tempo. Nella chiesa parrocchiale esiste ancora una nicchia dell’XI secolo che conteneva l’originale statua del santo. Il protettore del paese conosciuto nella vicinanze come “San Giovanni di Veglie” o “San Giovanni Picciccu (piccolo)”: la sua particolarità è, infatti, essere raffigurato come bambino, sebbene con i caratteristici simboli del Battista.

Notizie tratte da VEGLIE  a cura della Pro Loco di Veglie

Foto di: Giorgio Cappello

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