Un breve cenno storico per parlare della “Terra d’Arneo”, zona a nord ovest del salento nella quale siamo inseriti.
Questo è ciò che si diceva nel 1927 quando fu istituito il consorzio speciale per la bonifica d’Arneo: “uno dei primi del mezzogiorno d’Italia, a susseguirsi il consorzio di Ugento lì Foggi: consorzio di bonifica della Capitanata: bonifica montana del Gargano: ente per lo sviluppo dell’irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia e Basilicata; consorzio di bonifica di Metaponto e della media valle del Bradano”.
Queste sono solo alcune delle zone più vicine a noi che hanno dato vita all’agricoltura, costruendo dighe per favorire l’irrigazione nei campi, ponti, strade e illuminazione per avvicinare tutte quelle zone staccate dal mondo moderno.
Allora come oggi lo scopo dei consorzi di bonifica era far emergere il sud e cercare di portale la nostra agricoltura verso la Comunità Europea.
Tornando al nostro consorzio, esso si estende in una superficie di 43.000 ettari. Mirava alla realizzazione di un programma di bonifica che prevedeva l’eliminazione di stagni e paludi esistenti nella zona. Il consorzio ricadeva nelle province di Lecce, Brindisi e Taranto e facevano parte 13 comuni: Veglie uno dei comuni più interessati insieme a Nardò, Leveranno, Salice, Guagnano, Copertino, Galatone, Gallipoli, S. Nicola, Avetrana. Manduria, Erchie e S. Pancrazio.
Il compito del consorzio non era solo quello di eliminare stagni e paludi esistenti nel comprensorio, ma anche di costruire una fitta rete stradale, realizzare opere edilizie, elettrodotti, impianti d’irrigazione, acquedotti rurali e opere di miglioramento fondiario.
Le infrastrutture realizzate nel comprensorio hanno naturalmente reso possibile l’esecuzione delle opere di trasformazione e miglioramento fondiario a carattere privato, dando l’opportunità di costruire case coloniche, strade poderali, stalle, magazzini rurali, magazzini di depositi, silos e fienili, officine, caseifici, oleifici, impianti enologici, pozzi, cisterne, serre. L’eliminazione di stagni e paludi è stata certamente una delle opere più importanti del consorzio. Infatti, si sono completamente eliminate tutte le paludi esistenti lungo la fascia costiera da Gallipoli a Mareggio per una lunghezza di circa 60 chilometri abbattendo definitivamente il flagello della malaria che rendeva inabitabili vastissime zone.
Basti ricordare che nel 1931 colpì la zona di Nardò causando centinaia di vittime.
A cura di Giovanni Petito, giugno 2001* “Appunti per una storia…”
Foto di copertina di Marjon Besteman-Horn da Pixabay