Casa editrice: Sironi Editore
“Due ragazzi s’inventano, per sbarcare il lunario, di aprire un piccolo stabilimento balneare (tutto di strutture provvisorie, ‘a basso impatto ambientale) nei pressi di Porto Selvaggio: una delle poche zone davvero incontaminate del Sud d’Italia. Quando vanno in Comune a chiedere i permessi, gli si dice che no, non si può: è depositato, e sta per essere approvato, il progetto di costruire, proprio in quell’area, un porto turistico per duecento imbarcazioni, come le infrastutture annesse. In paese, non ne sapeva niente nessuno. E’ così che sorge il “comitato per la salvaguardia di Serra Cicoria”, costituito da una trentina di persone dalle provenienze più disparate: dai “rifondaroli” altamente politicizzati ai più sognanti ecologisti, da quelli che darebbero la vita per una pianticella di timo fino a quelli che -come il narratore- semplicemente non accettano che una scelta così importante, che riguarda direttamente la vita di tutti i compaesani, sia compiuta alla chetichella, senza pubblico dibattito e confronto.
Il racconto della battaglia civile sostenuta dal Comitato costituisce l’armatura di questo “reportage narrativo” di Livio Romano, che volentieri divaga nella rappresentazione ironica e appassionata del Meridione d’Italia e ne mette in scena i microcosmi sociali: dalla politia all’impresa, dalla scuola alla Curia vescovile, dalla gioventù rampante-modaiola a quella alternativa. Il tutto animato dal godibilissimo “novellare ameno” per il quale Livio Romano si è già fatto apprezzare da critica e pubblico”.
Livio Romano, di Nardò, ha pubblicato questo libro una settimana fa. Livio Romano, nato nel 1968 a Nardò, dove vive e lavora, ha scritto anche altro. Un suo racconto è stato pubblicato da Einaudi
Di Antonio Greco
Immagine di Sasin Tipchai da Pixabay