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Un viaggio nella Cripta della Favana

Un viaggio nella Cripta della Favana
Soffitto

VERGINE CON BAMBINO – E’ l’affresco meglio conservato della cripta e l’unico riconducibile alla fine del secolo XIV. La Madonna indossa il maphorion sul chitone, ha in braccio il  Bambino che, come da iconografia tradizionale, benedice con la mano destra e con la sinistra stringe due dita della mano della Madre. Ai lati le sigle esegetiche in greco: Méter Téu, ovvero “MADRE DI DIO”.

SANTO STEFANO – Il nome del Santo diacono e protomartire è  indicato dall’iscrizione esegetica greca Sancte Stefano. Indossa la dalmatica rossa, colore del martirio, regge un libro e l’incensiere o turibolo di cui è visibile solo la catenella.

S. ANTONIO DA PADOVA – Il Santo, di culto prettamente latino, ha l’iscrizione esegetica: S. Antoni De Padua. Indossa il saio francescano, regge il libro delle Sacre Scritture e benedice. I suoi piedi poggiano su dei rami; potrebbero significare l’albero di noce da cui il Taumaturgo padovano predicava a Composaripiero (PD) negli ultimi anni della sua vita.

SAN MICHELE ARCANGELO – Il culto iconografico di questo santo rappresenta il punto di confluenza tra Longobardi, Bizantini e Normanni. E’ qui rappresentato alato con la lancia a croce che trafigge il drago secondo l’iconografia occidentale dell’«Archistrategos»; nell’altra mano regge un medaglione o sigillum crocesignato con la sigla grena: Méter Téu Tau Timos che significa Madre di Dio Onoratissima. Ai lati del capo si legge in greco: Michael Arcangelos – Michele Arcangelo. Purtroppo è l’affresco più rovinato.

SS. TRINITA’ -L’affresco occupa la piccola abside della chiesa-cripta. Dio Padre, bianco vestito, è assiso in trono e regge la croce con il Cristo sovrastata dalla colomba, simbolo dello Spirito Santo. Il culto latino, è riconducibile alla presenza dei Benedettini incaricati a diffonderlo nella regione in alternativa a quello greco. La rappresentazione è indicata dall’iscrizione latina: … Trinitas; sulla croce vi è il cartello latino I.N.R.I. (Jesus Nazarenum Rex Judeorum). 
Ai lati della SS. Trinità, richiamando le ante di un politico, sono rappresentati: a sinistra S. Giovanni Evangelista, canuto, con in mano uno stilo e un libro chiuso; vi è presente una iscrizione: S.IO.E.; a destra S. Giovanni Battista, vestito con una tunica anziché con il consueto vello, ha in mano una pergamena con l’iscrizione latina: Ego vox clamantis in deserto – Io sono la voce di colui che chiama nel deserto. 
E’ l’immagine più antica del Santo Protettore di Veglie. 

SAN FRANCESCO D’ASSISI – Riconducibile, insieme all’immagine di S. Antonio da Padova, alla presenza francescana in questa regione, quindi al culto latino. Il santo di Assisi riceve le stimmate dal Cristo Crocefisso; in lontananza una piccola chiesa (S. Damiano?). Vi è l’iscrizione esegetica S. Fraciscus. 

S. ANTONIO ABATE – E’ rappresentato nella figura di taumaturgo, legato all’ambiente rurale. (J0. 10,9).
Canuto e con folta barba, indossa il saio scuro su tonaca bianca. 
Ha il bastone a “T” e regge una pergamena contenente, in lingua greca, un aforisma morale in parte rovinato. Il Prof. S.G. Mercati crede che si possa leggere: Agapésate ton Teón cai misésate ton cósmon… – Amate Dio e odiate il mondo. Ai lati le iscrizioni esegetiche: Sancto Antoni.

S. ANDREA APOSTOLO – Il culto di questo santo è legato alla polemica da parte bizantina contro il primato del papato romano, in quanto l’Apostolo è ritenuto il fondatore della Chiesa di Costantinopoli. L’iscrizione esegetica è in greco: Sancto Ander. ln questo affresco il Santo è rappresentato con bibliografia essenziale la tunica e il mantello, sulle spalle la croce latina.
Il volto è molto rovinato. 

SS. PIETRO E PAOLO – Il culto prettamente latino è riconducibile all’influsso normanno nell’Italia Meridionale. I Santi, affiancano un piccolo Cristo ed hanno in mano: S. Pietro un libro, S. Paolo la spada; e ricevono dal Cristo rispettivamente le chiavi l’uno e il Vangelo l’atro. Le iscrizioni in latino, indicano i rispettivi santi.

VERGINE ALLATTANTE – E’ l’unico esempio esistente nel Salento in una cripta rupestre. Ha l’iscrizione esegetica in latino: “Sancta Maria de li Martiri”. Ai lati si intravedono due angeli che reggono i simboli della passione di Cristo. La Madonna è incoronata, indossa una veste riccamente ricamata ed è seduta su un trono. Ha in braccio il Bambino che succhia il seno materno.

SOFFITTO – E’ l’unico esempio, nel Salento, di cripta rupestre, con il soffitto affrescato. Richiama un’impostazione tipicamente greco-orientale, secondo la concezione che vuole si collochi nella cupola il Cristo Pantocrate. L’affresco è purtroppo molto rovinato, si intravede la figura del Cristo che regge un libro su cui è scritto in lingua greca: «Io sono la porta. Chi per mezzo mio entrerà sarà salvo, ed entrerà ed uscirà e…» (Jo 10,9). AI lati del Cristo Pantocratico, sono rappresentati i simboli dei quattro evangelisti: l’angelo, l’aquila, il toro ed il leone.

Foto di Flavio Vetrano

Notizie di: LUIGI MAZZOTTA
tratte dall’opuscolo: “VEGLIE. CRIPTA DELLA FAVANA – GUIDA STORICO TURISTICA”, a cura del Centro Studi “Terra Veliarum”-Veglie.

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